Senza colore, senza vita.
Oggi il mio colore è il bianco. Può essere considerato un colore neutro? In questo momento mi sento stupida. Trattengo le lacrime a fatica. Non so bene perché. Non c'è niente di diverso dal solito: io sono sempre la solita fuori posto, esclusa. La verità è che nessuno mi vuole stare accanto. È per questo che mi sono chiusa in me stessa. Stupida, stupida, di nuovo stupida. Perché mi ostino a non voler vedere la realtà, perché non l'accetto e basta invece di trovarmi qui, davanti a degli sconosciuti a trattenere le lacrime? Eppure una è sfuggita al mio controllo. È una brutta sensazione. Triste ma triste davvero. Io ci provo, davvero, sembro riuscirci fino a quando non entro in contatto con il mondo esterno. Poi boh, ci pensa il mondo a ricordarmi che non sono buona abbastanza. Mi ci abituerò mai? Io non credo nei miracoli. Non so neppure in cosa credere, se credere. Mi chiedo spesso cosa sarei senza Null. Null e Mary sono due facce della stessa medaglia. Mary è luce pura, Null è il buio. Mary è fragile ma buona, Null è più forte, ma marcia dentro. Mary si affeziona, sente tutto e troppo, non serba rancori, Null ha il Nulla dentro, e tanta, troppa rabbia. Mary è ferita ma continua a sperare, Null è vuota e razionale, è fatta di ghiaccio. La coesistenza di Mary e Null diventa dopo giorno più difficile. Sono diverse, come la notte e il giorno. Penso spesso chi avrà la meglio, se la ragazza estroversa e fragile che sarebbe anche piena di insicurezze, soffocate dietro a una spavalderia che non le appartiene e a sbalzi d'umore assurdi: sono quelle volte in cui recitare viene più difficile, e il coraggio va a farsi un giro, o se sarà forse la ragazza fredda, controllata da uno spaventoso vuoto interiore, dalla rabbia, da una maschera fastidiosamente incollata, ma maledettamente tranquilla. Opposte, altro che diverse! Eppure fino ad adesso, non sono mai stata nessuna delle due cose, mai completamente Null, ma neanche mai del tutto Mary. Semplicemente un ritratto sfocato di entrambi. Ultimamente mi è sembrato che, strano a dirsi, quella che è più debole, Mary, sia più forte di Null. L'unica cosa che hanno in comune Null e Mary, è forse la paura. La prima ha paura di deludere, l'altra di esser delusa. Ah, ed ecco una seconda cosa che hanno in comune: il dolore. Ma anche in questo sono totalmente differenti. Mary soffre, ma si rialza e non perde mai la fiducia negli altri, mentre Null usa il dolore per sprofondare in un abisso buio e spaventoso del quale è impossibile anche solo scorgere il fondo.
Mary ha paura del buio, ma allo stesso tempo ne è attratta: la paura c'è solo all'inizio, quando pensa di scorgere i suoi mostri nelle pallide e rassicuranti pareti della sua stanza. Superata quella, il buio diventa un rifugio accogliente in cui perdersi e immaginare, sognare tutto ciò che non può avere. È un posto per sperare.
Null non teme il buio, perché sa che i mostri sono dentro di lei. Non so...
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